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Storia ed origini
Grazie ad alcuni importanti elementi, come la scoperta di tombe trogloditiche, il rinvenimento di armi ed arnesi silicei, lo scavo di ossa fossili nelle grotte di Recentino, è possibile rilevare l'esistenza nella contrada narnese di abitatori antichissimi risalenti alla prima età della pietra o, per lo meno, al neolitico. Narni è posta ai confini con il Lazio, aggrappata ad uno sperone di roccia calcarea immerso nel verde che domina la valle del Nera e la conca ternana. Le sue origini risalgono quindi ai primi stanziamenti urbani della preistoria. Nel 1600 a.C. gli Umbri cacciano i Siculi e tra le città da questi fondate è annoverata come Nequinum, primo nome della città, sulla cui origine molti autori si sono sbizzarriti: alcuni fanno riferimento alla "nequitia" degli abitanti, altri invece ritengono che il termine debba essere inteso nel senso di “non equo”, non uguale, non piano, riferito al carattere rupestre del suo suolo. Altri ancora interpretano il nome di Nequinum dandogli il senso di "nequibat”, cioè inespugnabile o di "neque inivi", per via delle difficoltà di accesso; c'è infine chi parla di un mitico fondatore Nequino, duca ed eroe di guerra. Il nome muterà in Narnia a seguito della conquista romana (299 a.C.) e la città, data la vicinanza con Roma, subisce invasioni barbariche sia prima che dopo la caduta dell'impero. L'espansione di Roma in questa regione dette luogo a due grandi opere: la bonifica dell'altipiano reatino e la costruzione della via Flaminia. Nel 31 a C. nasce a Narni Cocceio Nerva, pretore e censore prima di essere nominato Imperatore. Tra i lavori più importanti eseguiti nel breve periodo del suo impero (16 mesi soltanto) si annoverano il Tempio di Minerva, il Foro che prende il suo stesso nome, un circo a Mediolanum ed un principio di prosciugamento delle paludi pontine, con il restauro delle vie Appia e Valeria. Come accennato Narni si trovava in traiettoria rispetto alle mire di conquista delle orde barbariche dirette a Roma, e vide quindi smantellate le proprie mura (545 d.C.) ad opera di Totila, re dei Goti. Succedutisi ai Goti i Longobardi e costituitosi il grande Ducato di Spoleto, che si estendeva fino al Lazio, la città diventò una fortezza di confine tra il potente Ducato e lo stato romano. Alternativamente persa e riconquistata dai Duchi di Spoleto ed appartenuta per un breve periodo ai beni della Contessa Matilde di Canossa, nel 741 la città viene assegnata dai Franchi allo Stato della Chiesa. Seguono le vicende turbolente dell’Alto Medio Evo fino a quando, nel secolo XI Narni cresce in potenza ed in ricchezza. La sua prosperità avrà però vita breve perché nel 1174 Federico Barbarossa la sottomette al suo potere e negli anni successivi Narni combatte una continua lotta contro Federico II e contro il Ducato di Spoleto. Nel 1242, legata alla fazione guelfa, si allea con Perugia e Roma contro l’impero. Nei contrasti tra papato e impero Narni si schiera quindi con il primo. Nel secolo XIII ha frequenti relazioni con Roma, segue poi le sorti ghibelline nel 1312, durante la calata di Arrigo VII di Lussemburgo e ritorna nello schieramento guelfo dopo la breve avventura di Ludovico il Bavaro. E' questo un nuovo periodo di grande splendore per Narni, periodo che viene però bruscamente interrotto dalla Peste Nera dei 1348. Questi stessi anni costituiscono oggi una inesauribile fonte di ispirazione per le rievocazioni storiche che hanno luogo ogni anno a maggio nella città umbra in occasione dei festeggiamenti allestiti in onore del Santo Patrono Giovenale. Questi, proveniente da Cartagine, fu nel 368 il primo vescovo straniero nella storia della penisola. Nel 1370 nasce Erasmo da Narni, detto “Il Gattamelata”, un famoso condottiero che servì le milizie di vari Papi per divenire poi comandante supremo di Venezia.Nel secolo XIV il papato, pur lontano da Roma avendo la sua sede ad Avignone, riprende una politica di riconquista delle terre del Patrimonio che culmina con l'opera del Cardinale Albornoz, a cui si deve l'edificazione della Rocca. All'età comunale risale comunque la redazione del libero statuto (1371), che raccoglie atti promulgati nei secoli immediatamente precedenti. Alla stessa epoca è riconducibile quella ristrutturazione urbanistica ed architettonica che conferisce ancora oggi a Narni il tipico aspetto di borgo medioevale. Nel corso dei secoli XV e XVI (dopo il periodo di occupazione ad opera del Re di Sicilia Ladislao), la città è costretta ad assoggettarsi progressivamente al dominio pontificio. Seguendo le sorti della Chiesa Narni sottoposta alla politica nepotista di alcuni Papi, specialmente nel periodo di Alessandro VI Borgia e delle imprese del Duca Valentino. Le successive lotte tra Francia e Spagna per il predominio sull'Italia pongono Narni al centro di vicende spesso convulse e dolorose. Il 7 luglio 1527, dopo il Sacco di Roma avvenuto in maggio ad opera delle milizie tedesche di Carlo V (i cosiddetti "Lanzichenecchi"), subisce l'assalto, il saccheggio e la distruzione di buona parte dei centro abitato. Questo evento, che ha segnato una svolta decisiva e negativa nella storia di Narni anche a causa della gravissima peste bubbonica che ne seguì decimando la popolazione, provocò la distruzione di documenti e testimonianze di un passato che sarà quasi impossibile ricostruire e completò l'opera di decadenza già precedentemente avviatasi. Il dominio della Chiesa contribuisce comunque a delineare la fisionomia della città così come si sviluppa per tutto il '600 e fino al termine del '700: secondo il modello tipico di tutti i centri strettamente legati allo Stato Pontificio, sono prevalenti sia dal punto di vista qualitativo che da quello numerico gli organi e gli enti religiosi forniti di larghe disponibilità territoriali. Dal punto di vista strettamente urbanistico, già dalla prima metà del XVI secolo Narni era in parte tornata agli antichi splendori: lo dimostra l'avviamento della costruzione di Palazzo Scotti in via Mazzini e di Palazzo Calderini in Piazza dei Priori. La Rivoluzione Francese e le sue armate mutano completamente il vecchio ordinamento in Italia: nel 1789 Narni fa parte della prima Repubblica Romana, caduta la quale viene restaurato il dominio pontificio. Durante il periodo rivoluzionario e napoleonico Narni torna quindi a seguire le sorti dello Stato Pontificio, successivamente annesso all'impero Francese. Dopo il 1814 la Restaurazione cerca di rafforzare le vecchie strutture e l'ordinamento dello stato, ma i nuovi fermenti non vengono meno; nel 1831 Narni si unisce all'effimera rivolta contro Gregorio XVI. Nel 1849 la seconda Repubblica Romana accende speranze ed illusioni, e la progressiva evoluzione risorgimentale, cui partecipano in larga misura patrioti narnesi, conduce all'annessione dell'Umbria all'italia, formatasi nel 1859-60. Il 23 settembre 1860, dopo che il 21 dello stesso mese la città era stata occupata dalle truppe italiane, si arrende la Rocca, mettendo così il suggello definitivo ad un periodo di storia. Comincia una nuova vita e nascono i primi insediamenti industriali, favoriti dall'abbondanza di acqua del fondovalle. Molti narnesi partecipano alla prima guerra mondiale e i caduti vengono ricordati dal monumento eretto nel 1927 su un torrione edificato nei pressi della attuale Porta Ternana. Anche a Narni il primo dopoguerra fa sentire i disagi socio-politici che portarono all'affermazione del regime fascista. La seconda guerra mondiale causa distruzioni di edifici, ponti e stabilimenti industriali prima della liberazione dei 13 giugno 1944. Successivamente la città si sviluppa come parte fondamentale del polo industriale ternano, elemento questo che ha condizionato e condiziona tuttora la vita economica non soltanto del centro storico ma anche e soprattutto della sua "propaggine" di Narni Scalo, originariamente quartiere periferico oggi trasformatosi in un centro urbano di tutto rispetto, cresciuto ai margini della ferrovia e delle industrie. Da rilevare inoltre l'importanza dell'altro nodo industriale di Nera Montoro, sede di Terni Chimica, Alcantara ed altre numerose industrie. Dal secondo dopoguerra in poi il legame tra la città "Alta" e lo Scalo viene contraddistinto, in via sempre maggiore, da un notevole incremento della popolazione residente nella parte pianeggiante e da una crescente integrazione delle due entità sia dal punto di vista economico che da quello politico. Questa integrazione viene favorita dal fatto che la struttura scolastica viene in gran parte dislocata a valle, facilitando così il contatto e la coesione dei giovani di entrambe le realtà demografiche. La storia recente di Narni è legata, per il tramite di una sorta di cordone ombelicale, alle leggi di mercato della produzione industriale, anche se nell’ultimo decennio il forte calo occupazionale fatto registrare in questo settore ha indotto gli amministratori a cercare di identificare strade alternative che consentano la ripresa dello sviluppo economico. In questo senso è notevole lo sforzo profuso per la creazione di un'economia a carattere più spiccatamente turistico, che utilizzi al meglio il fascino delle innumerevoli bellezze artistiche e naturali dei territorio. Narni è anche ricordata per aver dato i natali ad importanti personalità quali il già citato Erasmo Gattamelata (1370-1443), noto capitano di ventura al servizio della Repubblica di Venezia, Caterina Franceschi Ferrucci (1803-1887), finissima letterata apprezzata persino da Leopardi e Gioberti, il già citato Cocceio Nerva (31-98), uomo politico di grande virtù, valente giurista ed imperatore per un breve lasso di tempo la Beata Lucia Broccadelli (1476-1544) e Galeotto Marzio (1427-1497), umanista, medico ed astronomo. Ed ancora Berardo Eroli e Cassio da Narni. Da sempre meta ambita per artisti e pensatori, nel Rinascimento fu fonte di ispirazione per personaggi quali il Rossellino, il Ghirlandaio, il Gozzoli, il Vecchietta, lo Spagna e Antoniazzo Romano.Agli inizi del 1600 altri artisti illustri parteciparono alla ricostruzione di Chiese e Palazzi. Tra questi il Vignola, Lo Scalza, gli Zuccari ed il Sangallo. Nel 1664 fu fondata la Biblioteca Comunale. In tempi più recenti la città è stata riconosciuta "Centro Geografico d'Italia" in seguito agli studi ed ai rilevamenti effettuati dall'istituto Geografico Militare.
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